Sandra Carresi poesie  
libro e poesie  
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Mi voglio raccontare

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Copertina Libro   Un giorno in Day Hospital

La Casa di Cura dove sto andando non è molto ben raggiungibile con i mezzi pubblici, ci vuole la macchina e solitamente qualcuno che mi accompagna e poi viene a riprendermi.

E' bellissima. Ha un parco grande con tanti alberi e tanti gatti; uno mi viene sempre vicino e mi fa un po' pena perchè poveretto, ha perduto un occhio. Praticamente ci devo andare due volte al mese e quando ho iniziato eravamo proprio in piena estate, così , fastidi e seccature a parte, mi sono goduta un po' di quel bel parco gironzolando tra i prati in compagnia di me stessa , del telefonino, e dei gatti.

La prima persona carina , gentile e dolce che ho incontrato è stata la Dottoressa alla quale sono stata "affidata"; carina perchè è snella , mora con i ricci, giovane, quasi sempre con le gonne corte, e soprattutto non ha quell'aria veloce, che hanno quasi tutti i medici, perchè probabilmente hanno molto da fare e più di tanto al paziente non possono dedicare.  Mi sorride spesso, mi capisce anche quando le parlo di qualcosa di civettuolo come per esempio i capelli, che per fortuna non sono andati via, ma si sono impoveriti. Mi dà dei buoni consigli , mi sorride sempre , ma non quell'aria di compatimento che sicuramente non tollererei, ma quasi di complicità.

Faccio la chemioterapia due volte al mese, e sono supercontrollata da tutti; anche gli infermieri sono gentili. Le mie vene del braccio sinistro sono piuttosto esili, così  spesso mi devono bucare anche più di una volta; sono dispiaciuti, anche perchè io certe volte mi comporto come una bimba, nel senso che ho le lacrime facili, e versandone qualcuna li faccio sentire , a detta di loro, "una nullità". Questa condizione mi amareggia , ma non è per il male o per la rabbia, è proprio perchè certe volte trovo che mi fa bene piangere, così senza pudore anche se ci sono degli estranei....

Mi mettono una cuffia di ghiaccio sopra la testa, per evitare la perdita dei capelli, e con questa "cosa" che va sempre in su e giù  è tutto un tramenio per cercare di controllare la flebo, leggere qualche cosa di piacevole, e rispondere all'immancabile telefonino.

Quando arriva l'ora del pranzo, mi permettono perfino di mangiare;
l'ultima volta che ci sono stata ho detto:"mi date da mangiare, un letto,
mi coccolate , mi curate e lo straordinario è che è tutto gratis.................

 

Trovo sempre qualche persona  nuova che mi fa compagnia, nel senso che divide con me questa giornata, e va a finire che a fine mattinata ognuna di noi sa utto dell'altra, ma non di ciò che stiamo curando, ma dei nostri figli, del nostro matrimonio , del quotidiano insomma, e qualche volta succede che appuriamo di avere anche degli amici in comune!.

Quando tutto questo termina, ci salutiamo e spesso ci ritroviamo la prossima volta , così ci raccontiamo anche come siamo state fisicamente.

Sto vivendo al meglio questa mia temporanea situazione e mi è di aiuto aver trovato un ambiente che collabora con me  seriamente e se posso osare anche in allegria e col sorriso;  una volta tanto il nervosismo, la poca attenzione, l'occhio fisso all'orologio, sono stati messi a sedere nel parco a far compagnia ai gatti.

Fi, 24-10-1999