Una mattina di fine maggio, caldo afa e nebbia.
Scivola via veloce la macchina sulla strada.
Tu sei tranquillo. Sei con noi. Ci sono dunque
tutte le tue sicurezze e certezze.
Tutto e tutti sono presenti per questo piccolo intervento
per un difetto che sta aggravando la tua respirazione.
Ora si, sei agitato, emozionato e confuso.
Non hai più le tue sicurezze anche se ti siamo
vicini e con la faccia da ebeti.
Il tuo dibattimento cessa e non per l’anestesia, quella non è ancora
in circolazione.
Il tuo giovane cuore come pure i tuoi polmoni
in questi due anni, mi dicono che hanno lavorato troppo
ma io spero perché so che sei forte e vitale.
Dopo tanto tramenio e corse di medici
il tuo cuore cessa di battere.
Mi sembra impossibile che tu non possa più correre
tra il verde dell’Albereta e rubare bottiglie d’acqua
alla gente distesa al sole….
Ti voglio chiedere scusa perché non so che cosa
hai pensato quando ti abbiamo messo su quel tavolo
con tanta gente intorno. Non so come si fa a far capire
ad un cane che vogliamo la sua salvezza.
So che non ti abbiamo riportato indietro con noi.
So che questa casa adesso è troppo in ordine e silenziosa.
So che ti abbiamo voluto tanto bene.
So di avertelo detto anche l’ultimo momento.
Sandra Carresi |