Se guardo indietro non ricordo un Luglio così fresco. Soleggiato ma con
una temperatura primaverile. Anche il tempo ormai é cambiato; in questo
periodo in città si sta benissimo. Le mie vacanze sono vicine e dovrei
essere al massimo. Invece no. Indosso un vestito verde pistacchio in
lino e solitamente questo colore rispecchia la mia personalità, il mio
carattere e tutto il mio interno. Oggi é stonato, é come se fosse
indossato da un manichino. Sono velata di malinconia e senza alcuna
ragione tangibile, solo nebbie di riflessione.
Mi sento come se stessi perdendo qualcosa di importante e vitale come ad
esempio il “tetto della casa” e subito penso a mia madre un po’ avanti
negli anni e con i problemi dell’età. Non c’é niente di realmente grave,
ma ho addosso il vestito delle responsabilità e mi sta diventando sempre
più pesante anche se appunto questo Luglio é stranamente ventilato.
Se penso al “distacco” mi sento talmente la schiena pesante da non
sapere andare oltre un mio passo e un senso di profonda solitudine mi
avvolge anche se vicino a me c’é la famiglia che mi sono creata e per
cui é necessario vivere il quotidiano. E’ il senso di impotenza che
disturba la mente e l’animo; io ho già conosciuto un distacco grave in
passato, solo che all’epoca, mi sembra di rammentare, avevo sicuramente
un’energia diversa e molta tenacia per non abbassare la testa alla
rassegnazione.
L’attuale tristezza di cui sto parlando é un’intensa attezione al
normale corso della vita e viene accettata come tale, ma per quanto
concerne la serena rassegnazione, al momento, non ho raggiunto la
maturità necessaria.
Domani calzerò un paio di comode scarpe da ginnastica e proverò a
correre forte per sfuggire a questa foschia mentale, ma non é detto che
io abbia successo.
Sandra Carresi - Firenze 2007 |