La caviglia era gonfia e dolorante.
- Per tutti i diavoli dell’inferno- sbottò Alessia,
- per quanto ancora dovrò sopportare - E’ da questo inverno che t’imponi
con un dolore lancinante, siamo alle porte dell’estate e non mi dai
tregua. Caspiterina, ho fatto una radiografia, mi hanno massaggiata mani
abilissime, ho la pelle di un pupo, e tu, non mi fai dormire la notte. -
Alessia era una camminatrice instancabile. Amava fare percorsi lunghi in
compagnia del suo giovane muscoloso bovaro. A dire il vero, a volte,
sembrava proprio che fosse il cane a portare Lei a spasso, e qualche
volta, si era anche ripresa in extremis, tanto la belva tirava, magari
alla vista di un gatto o di un cane maschio. Questo comunque non
giustificava il dolore alla caviglia.
Finalmente si decise per una Risonanza Magnetica, risultato: tendine
tibiale anteriore rotto. Le consigliarono una ginnastica mirata e la
tecarterapia, una nuova “diavoleria moderna”. Iniziò subito.
Supina su un lettino, musica in sottofondo, penombra e aria
condizionata. Una pacchia, anche se, costosa!
Il tecnico, Paolo, era un tipo poco loquace, ma andava bene così, in
fondo Lei, non aveva voglia di parlare, erano le due del pomeriggio,
uscita dall’Ufficio dove lavorava, aveva mangiato, poco, a dire il vero,
per la fretta, e aveva un gran sonno con quel caldo.
Indossava un paio di pantaloni corti da palestra, le gambe leggermente
abbronzate e “punzecchiate” dalle malefiche zanzare, altro tormento di
Alessia.
Paolo, mi sta passando del gel sulla gamba, ha acceso la macchina e con
due “testine” inizia il suo massaggio in maniera circolare. Sto
iniziando a sentire un leggero calore dalla caviglia fin sopra il
ginocchio, l’altra gamba é distesa e quasi fredda per via dell’aria
condizionata. Sono divisa a metà. Il calore aumenta; per il momento non
oso dire niente, poi, faccio presente che mi brucia, e Paolo dice che va
bene così; la tolleranza é una delle mie qualità, credo, anzi ne sono
convinta. La mia intenzione era di starmene zitta e rilassata, ma non
riesco; timidamente chiedo la sua opinione sulla mia situazione,
possibili miglioramenti etc., d’altra parte vedrò questa persona per
tutta la prossima settimana per 20 minuti consecutivi, non posso stare
zitta! La risposta é lenta, insoddisfacente, il tono della voce basso,
faccio fatica a sentire: - penso di si - .
Quando scendo dal lettino, Paolo mi aiuta e sorride, mi accorgo che i
suoi occhi sono di un azzurro spento, proprio come Lui. Quando sto per
andarmene mi dice:
- Senta, le volevo dire che ho letto la sua R.M., anzi, la può
riprendere, beh, insomma, ho visto di peggio, penso di poterLa aiutare,
si, é un macchinario efficace e con la ginnastica adeguata, lei può
anche fare delle sue gambe, abili ali. -
- Adesso sono io che taccio…
Sandra Carresi - Firenze 2007 |