Era la fine degli anni sessanta ed eravamo giovani, innamorate della vita, dei ragazzi e soprattutto volevamo finire presto i nostri studi per avere la desiderata indipendenza economica fuori dalla famiglia. Non sognavamo una famiglia nostra all’epoca, bensì un posto di lavoro, secondo il nostro indirizzo scolastico di allora, tutte impiegate in qualche Ufficio con una buona busta paga che ci consentisse almeno come primo passo, l’acquisto di un’utilitaria magari di seconda mano, pagata a rate nonché la soddisfazione morale di amare ciò per cui venivamo pagate.
Tutte carine, snelle, con la frangia sugli occhi ed i capelli ognuna del proprio colore, lunghi e lisci fino alle spalle e le nostre immancabili minigonne. Fantasticavamo sogni con le ali sul Mondo, su come avremmo voluto che fosse, manifestando in piazza le nostre idee politiche, le nostre convinzioni con ideali ben precisi in testa.
Oggi siamo “signore” in prima linea, lavoriamo in ufficio e dentro casa, sposate, nubili, separate, divorziate e al secondo matrimonio, con figli e qualcuna pure nonna. Abbiamo realizzato quello che sognavamo? Personalmente non so dare una risposta; i sogni hanno la leggerezza di una piuma, la realizzazione dei medesimi é molto più faticosa, impegnativa e c’é sempre qualche ostacolo, cambiamento o compromesso per cui strada facendo é possibile lacerare le ali e farsi male.
Volevamo crescere i nostri figli col condizionale e ci siamo adoperate al meglio per farlo; abbiamo trasmesso loro passaggi importanti della vita come fecero i nostri genitori anche se il metodo era meno confidenziale ed amichevole? E loro hanno recepito al meglio? Forse oggi, che sono giovani uomini e giovani donne, possiamo rispondere positivamente e stare a guardare i loro futuri insegnamenti, non certo per un confronto, bensì come risultato finale al nostro impegno.
Di una cosa sono certa, l’amicizia delle ragazze di allora, ancora oggi é rimasta tangibile, abbiamo costruito con tenacia e v i s s u t o, il resto si vedrà
Sandra Carresi - Firenze 2007 |