Questa mattina mio fratello ed io abbiamo accompagnato nostra madre in villeggiatura nel Casentino, località Stia, paesino tranquillo, divertente e pieno di feste con musica in Piazza almeno nel mese di Agosto. Il Monte Falterona fa il bello e il cattivo tempo, ma in genere é generoso e regala aria fresca per il dopo-cena.
Nei tempi in cui ero molto giovane, assieme ad alcune amiche e compagne di scuola, andavamo spesso la domenica, nel periodo estivo a Stia, Moggiona. Facevamo delle scampagnate divertenti col mangiare a sacco, riposandoci nella casa dei genitori di una di queste amiche che stanno ancora adesso da quelle parti. Una volta ci accompagnarono alcuni compagni di scuola e siamo stati tutti rincorsi dal contadino perché eravamo entrati in un campo di grano, caspiterina se correvamo…
Ho sistemato gli abiti di mia madre nell’armadio, la camera l’avevo già vista, é molto bella e ariosa, dopo siamo scesi nella sala da pranzo ed é lì che ho conosciuto il Sig. Giuseppe. Solitario, cordiale, conosciuto dalle persone del luogo, fisico alla (Sandro Pertini), amante dei boschi, alla ricerca di funghi, delle more, dei lamponi, con il suo immancabile bastone e i suoi novant’anni. E’ al tavolo accanto al nostro, per questo é stato facile iniziare il discorso; per carattere sia io che i componenti della mia famiglia di nascita siamo estroversi, per noi é semplice parlare anche con le sedie. Credo di essere stata interessata più alla sua conversazione che al cibo. Non ci sente per niente bene, ed il suo apparecchio é ben visibile, ma non funziona al meglio, così ha detto, ed é un po’ faticoso fare domande e ricevere risposte a tono. Ho capito che ha partecipato alla II Guerra Mondiale, caporale, ai telefoni; si é ritovato in Africa e in Albania ed era ancora arrabbiato con il Re per via dell’Armistizio dell’8 settembre 1943…
Quello che mi ha fatto venire la pelle d’oca, nonostante il caldo delle 14 del pomeriggio, é che salendo sull’ascensore per andare in camera, Lui si é fermato nello stesso pianerottolo, ed il discorso é pilotato sul fatto che la moglie era morta l’anno scorso, dopo essere stata per due anni su una sedia a rotelle. Per la situazione che si era andata a creare avevano traslocato in un’altra casa dove ci potesse essere una grande terrazza per prendere aria e un ascensore per ogni eventuale possibile uscita; il tutto per rendere più vivibile la triste condizione. Alla domanda della moglie:
-”Che cosa ne sarà di noi? Non abbiamo figli, purtroppo, che potrebbero gestire il nostro riposo eterno…..- probabilmente ci metteranno con i nostri rispettivi genitori, e se dovessi morire prima tu, come mi devo comportare? Dove devo accompagnarti? Dobbiamo parlare anche di questa realtà e organizzarci in proposito-”
-”La condanna di mia moglie é stata atroce, ma le mie risposte, sincere, ferme e decise:
-”All’altare il Padre disse:-fino alla morte- ma é troppo poco,- i n s i e m e ancora anche dopo la morte-”
Mia moglie é stata cremata ed io ho lasciato le stesse disposizioni. Quando sarà il giorno mio, il Monte Falterona da qualche parte ci ospiterà insieme al vento. “- Abbiamo abitato a Stia per un periodo e siamo stati felici….
-”In attesa della mia definitiva partenza da questa terra, cerco di fare passeggiate a piedi, proprio per evitare l’infermità, mi obbligo a camminare, mi riposo, leggo libri, mangio del buon cibo e bevo un bicchiere di vino ma solo a pranzo, poi ceno con un té, mi documento su ciò che accade nel Mondo, sono sereno e aspetto…. . Buon riposo.-”
Poi é entrato nella sua stanza, col bastone e un libro di storia.
Questa bellezza non conosce tramonti.
Sandra Carresi - Firenze 2007 |