Sento l'esigenza di esprimermi su questo argomento, a volte lo faccio in maniera distratta, ma oggi mi voglio soffermare a scrivere di un qualcosa che il tempo non è riuscito a farne un vago ricordo, ma lo ha mantenuto vivo attraverso alte componenti umane: l'afffetto, la stima, la pazienza di uno sfogo che ti fa star meglio.
Iniziamo dalla mia amica Paola, grande fiancheggiatrice della mia adolescenza , trascorsa gironzolando intorno alla piazza con i nostri segreti sugli amori a senso unico e con le prime curiosità sulla vita.
La mia amica Carla, ha condiviso con me tutte le aule scolastiche, dalla prima elementare alle superiori. E' stata un grosso punto di riferimento per quanto riguarda i compiti, soprattutto, devo dire sulla parte matematica, senza di Lei, forse sarei rimasta a metà strada.
E poi, c'è la mia amica Giuliana. Lei l'ho conosciuta alle superiori; stessi ostacoli in matematica e stesso amore per la scrittura, anche se con stili diversi. Belle merende preparate dalla sua nonna mentre ci allenavamo , con le canzoni ascoltate alla radio, al compito di stenografia; materia inizialmente odiata e poi amata complice dei nostri indecifrabili diari.
Non ci vediamo quasi mai, perchè questa è la vita...., perchè ognuno di noi ha i suoi impegni e le sue corse quotidiane. Però ci sentiamo, e quando lo facciamo ci scarichiamo, voglio dire siamo noi stesse, non abbiamo bisogno di indossare un vestito mentale che ci faccia apparire più in forma di quello che in realtà siamo.
Ci raccontiamo i nostri accaduti positivi e negativi, così come facevamo allora, con sincerità, così per sfogo e per trovare soluzioni.
Questa è l'amicizia, un'isola felice, dalla quale non ti devi difendere; se sbagli sei capita, e la stima rimane; puoi allentare le difese e togliere l'armatura da combattimento che devi indossare per evitare le ferite che altrove ti potresti procurare.
Fi, 14-09-1999 |